Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

FOCUS: intensità ma anche coraggio, si torna a far male su calcio piazzato

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Per un Catania che certo mostra intensità, strettezza tra i reparti, anche una buona condizione fisica, c'è un'altra discriminante che certo non può passare inosservata. Qualcosa su cui lo scorso anno spesso si è stati deficitari, a dispetto di un calcio in serie C sempre più determinato proprio dal fattore palle inattive: magari non tutti ci hanno fatto caso, ma tutti e tre i gol siglati a Biella sono arrivati così o su sviluppi di calci piazzati. Il primo direttamente in porta con Anastasio, ma con la sensazione che la situazione sia stata preparata con due giocatori in posizione strategica come Di Tacchio e Ierardi, a dar fastidio ad una barriera che si è aperta. Anzi, spalancata.

Anche la seconda rete di Inglese, su assist di Sturaro, arriva sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Palla tagliata e respinta che finisce sui piedi del numero 8, bravo a scodellare in mezzo per gli attaccanti gestiti non bene dalla Juventus. Anche qui: ben 6 giocatori rimasti in area dopo il tiro dalla bandierina. Perché ci vuole coraggio anche nelle situazioni da fermo.

Infine il terzo gol, chiude la partita ed è il più semplice che possa esistere. Punizione all'altezza della bandierina battuta magistralmente da Stoppa con 5 giocatori rossazzurri in zona bianconera contro 8 difensori, a sette minuti dal termine e già in vantaggio. E' Quaini a sfruttare la libertà concessa per chiudere la partita. Del resto ad Assisi tante sedute di lavoro sono state dedicate proprio a queste situazioni, imprescindibili per ogni squadra che abbia ambizioni serie, soprattutto quando in casa arriveranno formazioni poco inclini a scoprirsi. Intensità e coraggio, le due prerogative del primissimo Catania di Toscano.