Attacco: Russotto e Sarao sugli scudi, ma il tridente è aperto a tutti
La prestazione di sabato sul campo della Cavese ha ulteriormente rinsaldato le gerarchie nel reparto offensivo rossazzurro. Il 4-3-3 disegnato da mister Baldini è stato assorbito in maniera ottimale dagli interpreti scesi in campo dal primo minuto, mostrando equilibrio e certi automatismi del tutto inaspettati considerando che il tecnico di Massa è arrivato a Torre del Grifo solamente 2 settimane fa. La fascia sinistra sembra aver trovato in Russotto un giocatore indispensabile, in grado di creare superiorità numerica con la sua abilità nell’uno contro uno e spesso propenso a tagliare verso il centro per sfruttare eventuali suggerimenti provenienti dalle retrovie, proprio come accaduto in occasione del lancio di Maldonado che lo ha messo solo davanti a Kucich. Grande continuità in termini di rendimento da parte dell’esterno romano, che ha da poco raggiunto il traguardo delle cento presenze in maglia rossazzurra, merito probabilmente di un’accresciuta maturità che tanto era mancata ai tempi di Lucarelli.
Menzione d’onore anche per Sarao, centravanti assai funzionale per l’idea tattica di mister Baldini. Non sarebbe sicuramente lecito aspettarsi dall’ex-Reggina medie spaventose in termini realizzativi (il suo miglior personale è di 11 gol in 38 presenze con la maglia della Virtus Francavilla), ma la sua propensione al sacrificio, unita a una struttura fisica importante, rendono Sarao il giocatore ideale per giocare spalle alla porta, “sgonfiare” i palloni sporchi e permettere alla squadra di salire favorendo gli inserimenti dei centrocampisti. Ma oltre a non tirarsi mai indietro quando c’è da fare a sportellate contro le difese avversarie, il centravanti lombardo è anche il pericolo numero uno per quanto riguarda i calci piazzati: non a caso, viste le sue doti in elevazione, cinque delle otto reti complessive sono state siglate di testa.
Interessante anche la gestione delle alternative da parte del mister, che con la Cavese ha dato spazio sia a Di Piazza (che non era sceso in campo con l’Avellino poiché non aveva del tutto convinto in allenamento) che a Reginaldo, quest’ultimo finito totalmente fuori dai radar nelle ultime uscite della gestione Raffaele. Come sottolineato dallo stesso Baldini ai nostri microfoni, la scelta di schierare alla metà del secondo tempo un tridente “atipico” Di Piazza-Sarao-Reginaldo non è casuale: la volontà è quella di tenere tutti sul pezzo, di far sentire importante anche chi gioca meno, soprattutto in ottica playoff, dove il contributo di chi subentra a partita in corso potrebbe risultare decisivo.
Chiosa finale sul modulo. Come racconta l’ultima esperienza di Baldini al Trapani, l’allenatore ha alternato il 4-3-3 al 4-3-1-2, spostando un esterno sulla trequarti e inserendo una seconda punta per creare maggiore densità sotto porta. Sarebbe quindi ipotizzabile, magari a partita in corso, l’inserimento di uno tra Di Piazza e Reginaldo (o lo stesso Volpe, qualora dovesse uscire definitivamente dall’infermeria) al fianco di Sarao, con l’arretramento di uno tra Piccolo e Russotto dietro le due punte, a giostrare tra le linee.
In ogni caso, secondo il mister il modulo non è altro che una tecnica di “occupazione degli spazi”: le scelte di formazione ricadranno quindi sui giocatori che saranno in grado di offrirgli maggiori garanzie in tal senso.
Salvatore Musumeci