Antonio Piccolo, arma per il 3-4-3: estro, fantasia e...
Racchiudere in una forma metrica compiuta l'estro e la fantasia del poeta diventa qualcosa di anacronistico a partire dalla seconda metà dell'800, grazie all'invenzione del verso libero di Walt Whitman. Anche restringere il raggio d'azione di un giocatore come Piccolo, così come avvenuto nel primo tempo contro la Viterbese, diventa limitante.
L'ex Cremonese ha nelle corde la capacità di giocare sull'esterno, ma in campo è l'uomo capace di accendere la luce, fuori da ogni schema. Schema che invece deve provare a plasmare Raffaele, il "demiurgo" del Catania che sin qui ha composto il mosaico facendo di necessità virtù e disegnando in campo uno spartito freddo, votato più all'efficacia che all'offensività e condensato in un 3-5-2, arma adatta ad esaltare le frecce esterne come Pinto e Calapai.
Qualità, imprevedibilità e fantasia sono invece le parole che il Catania può scoprire con l'esordio di Piccolo. In tre parole è racchiusa infatti la prestazione del numero 14 che ha fatto il suo esordio stagionale contro la Viterbese.
Lanciato nella mischia prima da seconda punta, una volta spostato e allargato il raggio d'azione nel secondo tempo, ha confermato quanto di buono era stato detto sul suo conto in sede di calciomercato. L'uomo in grado di saltare l'uomo, cucire centrocampo e attacco è anche l'uomo adatto per il modulo in testa di Raffaele ad inizio stagione, quel 3-4-3 accantonato proprio per la mancanza di interpreti di livello.
L'esperimento di Teramo, con Piovanello e Emmausso esterni d'attacco, infatti, non diede i frutti sperati e il modulo venne accantonato anzitempo, ma non certamente dimenticato. Nella testa di mister Raffaele resta infatti un'opzione valida e con il ritorno di Piccolo anche percorribile con continuità. Il mercato di gennaio è alle porte e contando anche sulla duttilità di Biondi, in grado di ricoprire il ruolo di esterno offensivo, la possibilità di vedere un Catania più offensivo nel 2021 diventa un'opzione concretissima.