Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Ultime 5: i numeri ti premiano, il gioco no

Il pari scialbo maturato domenica scorsa contro la Cavese è ancora sotto gli occhi dei tifosi rossazzurri, delusi probabilmente da un'occasione d'oro per scalare ulteriormente la classifica, ma in realtà frastornati più che altro da una situazione difficile da decifrare. Un Catania passivo e sterile che anche altre volte si è visto in stagione e che fa riflettere sull'impossibilità di dare vita ad una continuità come progetto tecnico e come risultati, anche se in realtà fa da contraltare la media punti ottenuta nelle ultime giornate. Se complessivamente gli etnei viaggiano con una media di 1,7 punti a partita, nelle ultime cinque giornate il trend ha visto un'impennata arrivando a 2,2 punti di media con un ruolino secondo solamente a Ternana e Bari, conquistando 11 punti e venendo sconfitta una sola volta nelle ultime sette giornate. Dati dell'ultimo periodo e prestazioni che non sempre hanno viaggiato sulla stessa lunghezza d'onda, ma rispecchiano non solo l'incomprensibilità di una stagione indecifrabile, ma anche l'instabilità di un club che aspetta di mettere un punto e ripartire con una prospettiva pluriennale. La trattativa con Tacopina continua e finchè non si capirà quale sarà l'esito definitivo, il Catania non potrà avere un progetto netto con un organigramma completo e con ruoli e mansioni sicure in ottica futura. L'altalena prosegue, ma nonostante tutto la formazione di Raffaele ha ottenuto due punti in più rispetto allo scorso anno, appena due in meno rispetto alla gestione Sottil, ed in difetto di tre lunghezze rispetto a Lucarelli. Dettagli relativi ma importanti per capire come l'annata non sia assolutamente, visti gli obiettivi, ma che per crescere bisogna attendere certezze dall'extracampo, in tutti i sensi.