Editoriale: Desolati, desolante
Catania sconfitto dopo l'asta deserta
L'immagine del Massimino vuoto, la sconfitta contro il Picerno, l'asta maledettamente deserta: è tutto estremamente desolante, e ne siamo tutti inevitabilmente desolati. Si potrebbe chiudere così l'analisi di un momento che ha privato di parole e di passione la testa e il cuore di una piazza che piange lacrime amare, sola come non mai su tutti i fronti e in crisi con la propria identità. Una solitudine immensa come il deserto dipinto sull'asta, una tela che si sarebbe dovuta riempire di colori ed immagini sfavillanti grazie a pittori provenienti da ogni paese, e che invece è rimasta bianca.
La gara col Picerno ha dimostrato che era impossibile chiedere di avere le spalle larghe o di trovare l'entusiasmo per un (forse) ultimo ballo, perchè questo purtroppo sembra essere il momento dello ‘svuotapiste’ in cui parte un Bersani o un lento qualunque e si pensa a quanto è stata bella la festa. Eh sì perchè oggi più che mai la piazza sembra essere stata privata di quel senso di appartenenza già colpito dalle umiliazioni e devastato dalla perdita della matricola e dalla mancanza di offerte a un'asta apparentemente allettante. Oggi il punto di riferimento, il centro nevralgico attorno a cui abbracciarsi sembra essersi sgretolato e la sua resurrezione non può essere chiesta ai tifosi o alla stampa. Deve partire da chi vuole investire, da chi può progettare di essere “il punto di riferimento”.
Perchè nessuno ha presentato un'offerta? Perchè! Chiediamoci questo, e cerchiamo di scacciare un'altra riflessione( che però c'è): se qualcuno si presenterà in futuro, qualunque progetto dovrà fare i conti col non essersi presentato l'undici. Era per risparmiare 200 mila euro su un progetto teoricamente da 20 milioni? O forse proprio nel mercato del pallone che rotola verso Sud non si vuole spendere un euro e si vuole solo fare calcio “da falliti”. Non ci sono imprenditori o la nostra è una visione Catania centric che esalta ciò che altrove non interesaa? Altra domanda celata nel silenzio del deserto. Siamo tutti desolati, in primis Baldini e i giocatori che contro il Picerno hanno provato, senza lucidità, a spingere la palla in rete. Non c'erano le idee, non c'era la serenità.
Oggi lo scenario è questo, oggi la città vive uno dei momenti più bui della sua storia e il problema è che non si capisce quale possa essere il modo per farla rinascere.