Marino a Catanista: "a Catania il calcio è morto definitivamente. Catania trattato superficialmente; grave errore con Russo..."
L'ex Responsabile dello scouting del Catania, Mario Marino, è intervenuto oggi ai microfoni di Catanista. Ecco le sue impressioni sul recente passato, le perplessità sul futuro ed il rammarico per non aver concluso il campionato:
“Si è ucciso il calcio a Catania. Per me in modo definitivo, non vedo alcuno spiraglio e conoscendo il mondo della Serie D ancora di più. La perdita è stata di un capitale enorme, e passeranno cinque, sei anni prima di poter riavere tutto il potenziale che è stato buttato. Le chiacchiere e i propositi sono tanti, ma alla fine ci vogliono i fatti. Trovare il Massimino o il Pulvirenti del momento è difficile. Non mi sono mai interessato dei fatti amministrativi del Catania, ho un pensiero mio su chi ha fatto i danni maggiori e do le colpe solo a un personaggio. Preferisco non fare nomi”
“E' un peccato vedere i nostri giovani non più in rossazzurro. Ieri Aldo Napolitano (2005)ha firmato con il Verona, Cugnata è cercato dal Milan, Pisasale ha rifiutato Monza e Fiorentina, Flavio Russo si allena a Sassuolo. Su di lui mi pare ci sia stato un errore clamoroso a gennaio, i curatori mi pare non lo abbiano voluto dare. anche Tropea all'Empoli non si fece. Loro, insieme a Borriello, avrebbero garantito introiti ma siccome non decideva Pellegrino, non so. Io non parlo di aspetto amministrativo, solo tecnico, mi pare che i curatori parlassero di questi ragazzi, mi sono sembrate delle persone capaci in altri aspetti, ma il calcio è un'altra cosa”
“La Serie D, e nello specifico il Girone I, non sono scontati, ci sono tante squadre attrezzate. Il Lamezia per esempio ha Corapi, Salandria, Maimone Da Dalt. Quattro under per di più fanno la differenza e non so se a Catania sarà facile. E' difficile fare esplodere i ragazzi, penso ad Arena, Pannitteri o Liguori. Un ipotetico pareggio con il Paternò, per esempio, sarebbe già la genesi di una crisi domenicale”
“Un futuro eventuale ancora nel Catania? No no, per adesso non è un mio pensiero perchè l'amarezza è troppo forte. Io ero in scadenza, anche se con il Direttore Pellegrino c'era grande stima. Il Catania in Serie D è l'ultimo dei miei pensieri, ho troppo malessere perchè a venti giorni dalla fine del campionato potevamo fare i playoff e magari tutto ciò avrebbe portato anche entusiasmo a qualcuno che avrebbe potuto presentare una manifestazione di interesse. Ed in più c'erano ancora tre incassi da fare, con la trasferta di Palermo che avremmo fatto senza ritiro, partendo la mattina stessa. Tutte cose illogiche. Sarebbe stato allora più normale il fallimento a dicembre. E' stato falsato il campionato e annullata l'ultima speranza di fare i playoff e magari trovare un acquirente. Il Catania è stato trattato un po' superficialmente”