Caso Meridi, nuovi guai per Nino Pulvirenti.
L'accusa mette a nudo il sistema con all'interno Lo Monaco e Franco
Continuano i guai per l'ex presidente del Calcio Catania Nino Pulvirenti. Il Caso Meridi, una delle aziende della holding Finaria, va avanti e come riporta oggi livesicilia.it, l’inchiesta è arrivata all’udienza preliminare. Assieme all’imprenditore sono imputati per bancarotta fraudolenta il figlio Santi , Santo Barbagallo, Carmelo Sapienza, Franco Davide, Giuseppe Davide Caruso, Pietro Lo Monaco e Davide Franco. I pm Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti, al termine di un’articolata requisitoria, hanno chiesto al gup di disporre il rinvio a giudizio. Le discussioni della difesa si svolgeranno il 18 luglio.
Secondo l'accusa Al centro diverse “operazioni” finanziarie e contabili che avrebbero trasformato Meridi, in dissesto, in una sorta ‘di cassa’ del gruppo.
L’aggravamento dei conti – secondo la magistratura – a un’esposizione debitoria di “oltre 74 milioni di euro”. Del sistema di ‘distrazione’ dei fondi avrebbero fatto parte anche Franco Davide e Giuseppe Davide Caruso quali amministratore delegato e presidente del Cda, Pietro Lo Monaco e Davide Franco quali amministratore delegato e Presidente del Cda di Calcio Catania spa da fine 2016 al 16.05.2020 e il figlio Santi Pulvirenti, proprietario dell’Azienda Agricola Biorossa.
Sempre secondo le indagini e l'accusa da Meridi sarebbero stati “spostati” quasi 15 milioni di euro “senza alcuna giustificazione” a Finaria. Rinunce di crediti, canoni anticipati, noleggi, affitti di rami d’azienda, distribuzione di dividendi. Per la Procura di Catania sarebbero stati questi i ‘meccanismi’ utilizzati per ‘dissipare’ e ‘distrarre’ risorse economiche dalla ‘dissestata’ Meridi.