La catanesità è la chiave: anima, cuore, appartenenza e qualità
Il Catania ai catanesi è stato uno degli slogan della campagna di mercato di Rosario Pelligra, un'arma quella della catanesità da sfruttare per accorciare le tempistiche di un'annata particolare. Se è vero, infatti, che il ritardo con cui inizierà il campionato è una manna dal cielo per gli etnei, è altrettanto innegabile che bisogna comunque accelerare i tempi per creare il gruppo e innescare le idee del mister su una base di amalgama tutta da ricercare. In questo processo poter puntare su 6 catanesi doc (Pino, Rapisarda, Palermo, Di Grazia, Frisenna e Litteri) può permettere agli altri di ambientarsi velocemente e di capire pregi e difetti di una piazza ambiziosa e desiderosa di tornare immediatamente nel calcio che conta.
Ai catanesi di nascita, poi, bisogna aggiungere i catanesi di adozione per militanza pregressa. Lodi, Russotto, Rizzo, Sarao, Lorenzini sono tutti ex di lusso che fanno aumentare il numero degli autoctoni a quota 11, quasi la metà degli elementi a disposizione del tecnico. Loro saranno inevitabilmente le guide di questa scalata verso la promozione, con la speranza che possano trovare terreno fertile nei giovani e complicità in senatori del calibro di De Luca e Giovinco.
Chissà quali saranno i difetti della piazza che dovranno essere anticipati ai neofiti, probabilmente l'eccessivo amore che causa a volte critiche enormi già al primo mezzo passo falso (cosa che con maturità non è avvenuta dopo Sancataldo), ma proprio questa passione sfrenata è probabilmente anche il maggior pregio di una città che, se entusiasmata nel giusto modo, può farti vincere da sola le partite. Insomma servirà maturità da parte della rosa nel gestire la pressione di dover vincere e servirà maturità anche da parte di una città che vuole tornare a mostrare con orgoglio la propria squadra di calcio su tutti i campi d'Italia. Vedremo quale sarà l'orientamento della stagione, ma la catanesità in rosa fa pensare che la maglia sarà sempre sudata.