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Top Player, Filippo D'Andrea: voglia e frizzantezza, ma...

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Nell'incolore purtroppo diffuso, tra chi ieri ha avuto la fiducia di Toscano sul reparto avanzato di un Catania che in casa fatica a trovare la via della rete, spicca la volontà del fare. Del voler provare ad andare oltre le difficoltà che si possono trovare nei vari momenti di un campionato. La voglia di Filippo D'Andrea, al centro dell'attacco con la libertà di movimento, che comunque ci si aspetta da una punta atipica e mobile di uno abituato a fare la seconda punta: alla prima di titolare il numero 11 si dimena tra le maglie del Cerignola, non si risparmia e cerca anzi di prendere palla dalla trequarti per giocarla pulita sugli esterni. 

Oppure chiede la sfera ai difensori quando cercano lo scarico, ma con lanci lunghi che difficilmente l'ex Cerignola può addomesticare, dettando sì la profondità ma spesso perdendo i duelli fisici con difensori che per ovvie ragioni lo conoscono anche bene. Voglia di fare, dicevamo, e tanta corsa. Lasciando però quella sensazione che i suoi movimenti tattici verrebbero premiati di più accanto ad una punta vera: del resto se "cuce" bene tra centrocampo e attacco, finisce per farlo tra la mediana e sé stesso. I palloni che pulisce, quando finiscono in mezzo, mancano della zampata di cui parla spesso Toscano, e il risultato è che il migliore in campo dei suoi è un attaccante che mai ha tirato in porta durante tutta la partita. Ora Toscano l'ha potuto vedere dal 1', conoscerlo ancora meglio, e decidere come sfruttare il suo desiderio di frizzantezza: contro il Monopoli lo vedremo accanto ad un attaccante più d'area per accrescere i giri di un Catania da solo un gol tra le mura di casa fino a questo momento? Al tecnico la possibilità di gestire una situazione che comprende infortuni, condizioni fisiche non omogenee, e bisogno di punti.