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Catania-Avellino: le statistiche individuali degli avanti

Scritto da Stefano Auteri  | 
De Paoli

Al Massimino il Catania non riesce ad incidere come dovrebbe, questo è chiaro, e se è vero che nelle ultime due gare sono state affrontate squadre organizzate, è altrettanto innegabile che la sensazione di mancanza di cinismo, di intensità intermittente, e di qualità inespressa è evidente. Ognuna di queste carenze probabilmente è da attribuire a diverse motivazioni e a vari responsabili, e tutto ciò si è evinto anche nella gara di domenica scorsa contro l'Avellino. Ad aiutarci ci pensa l'analisi statistica con i dati raccolti sul pacchetto offensivo:

LUNETTA - Partiamo dal migliore del reparto avanzato ma la cui partita è durata più o meno 25 minuti. In quell'avvio incredibile, il trequartista rossazzurro ha siglato un gol, provato la conclusione in altre due circostanze con altrettanti dribbling in zona calda e quattro cross. Un avvio devastante che ha fatto pensare ad un possibile exploit indimenticabile, ma così non è stato. Dalla mezzora in poi Lunetta si è fatto apprezzare più per qualche ripiegamento profondo e per la solita duttilità tattica che per reali giocate offensive.

JIMENEZ - Come sempre il numero 10 è il giocatore più atteso e sotto la lente di ingrandimento e anche stavolta la sensazione è che non abbia inciso abbastanza. Negli 80 minuti in campo, lo spagnolo ha toccato tanti palloni 26 ma lo zero nella casella tiri, i soli 2 dribbling e l'unico cross effettuato non appagano le aspettative. L'Avellino ha creato una gabbia e il numero dieci non è riuscito a liberarsi, vuoi per l'assenza di movimenti liberatori da parte di Raimo che non rappresenta lo sfogo giusto a destra, vuoi per la mancanza di supporto del mediano o per la poca possibilità di appoggiarsi e dialogare con la punta. Tante possibili motivazioni tattiche, ma sicuramente anche una mancanza a livello individuale nella ricerca della giocata e dell'intuizione che spesso invece è arrivata in trasferta.

DE PAOLI - Che dire, se non che il ruolo di prima punta non sembra proprio il più adatto. Il numero 11 ha qualità ma non ha il senso del gol; sa palleggiare con i compagni ma non è un combattente con i difensori avversari, e soprattutto non è un terminale offensivo. Due contrasti vinti e tre persi, zero tiri, zero dribbling e una sola punizione conquistata in zona maggiormente pericolosa. Ovviamente è troppo ma troppo poco, il problema è che Montalto ha fatto anche peggio e Inglese non è in grado di esprimersi neanche al sessanta per cento.

Insomma i numeri confermano i bassi e pochi alti ad intermittenza di un reparto che dovrà crescere più di tutti gli altri, così come dovrà essere diverso il contributo dei subentrati visto che nè Stoppa, nè Dalmonte hanno fatto sentire la differenza.