Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Il vento di Faggiano

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Non è vero che conta solo chi va in campo. O meglio, lo è solo parzialmente. Non è vero neanche che contano solo le prestazioni e le scelte di chi le veicola domenica dopo domenica: conta anche la presenza di chi settimana dopo settimana si interfaccia con la squadra, assiste agli allenamenti, crea un rapporto che si evolve, con la propria creatura. Questa squadra l'ha fatta Daniele Faggiano, la cui presenza non si limita al discorso mercato, ma anche a tutta la res di campo come vi raccontiamo dalla scorsa estate ad oggi: da quel ritiro ad Assisi. 

Il ritorno del Ds coincide con il ritorno ai risultati, dovuti anche ai recuperi dall'infermeria non più simile ad un lazzaretto. Con Faggiano ad assistere agli allenamenti 7 punti nelle ultime 3 partite per il Catania: i rossazzurri non perdono da prima, ma il fatto è che da Messina in poi la squadra è molto simile a quella dell'inizio perché in campo con gli stessi principi. Non prendere gol, reparti meno improvvisati che possono permettersi qualche cambio nell'11 di partenza; anche nei punti di debolezza, come la mancanza di una punta determinante. La presenza di chi ti ha scelto ha un peso specifico nella testa, e perché no, nella voglia di lottare perché l'ordine all'esterno della squadra si riversa al suo interno. Adesso l'Avellino, in cui Faggiano potrà essere in panchina perché scontata l'inibizione davanti ad un Massimino che potrà sfogare la sua voglia di spingere ancora di più la squadra verso una vittoria che potrebbe cambiare davvero la storia di questa stagione: le componenti tornano al loro posto, il Catania vuole tornare a dire che potrebbe essere vero, “non è mai troppo tardi”.