La stagione del Catania sarà questa. Mettiamocelo in testa
E ci risiamo: "che squadraccia il Catania"; "sarà un'umiliazione continua"; "Tizio non sa difendere, Caio non può giocare a calcio" ecc... frasi frutto della frustrazione acuta post Pagani, che fanno da contraltare a quel "Sipos è il miglior attaccante mai avuto"; "possiamo combattere per la promozione" spese subito dopo la vittoria sulla Fidelis Andria. Amore e odio, esaltazione e rabbia sono il sale del calcio che genera passioni e di queste si nutre, ma a Catania in questo momento storico le emozioni anche più viscerali devono fare i conti, nel bene e nel male, con la situazione generale. Non ha senso parlare oggi del salvataggio della matricola che, secondo alcuni, è la causa delle attuali sofferenze. E' stato fatto, rifatto e oggi bisogna vivere senza pensare al passato per creare frizioni interne alla piazza tra le diverse posizioni; il Catania è questo e deve fare il massimo possibile.
Il massimo possibile, questo termine fa sorgere spontanea la domanda chiave di questa stagione: qual è il massimo possibile? E' un mercato fatto di giovani promettenti, alcuni in prestito, di qualche buon giocatore, di scommesse e di un organico in parte ridimensionato? Probabilmente sì. E' un'annata in cui (almeno nei primi mesi) la qualità in alcuni ambiti comunicativi è diversa rispetto al passato? Probabilmente sì. E' un'annata in cui riesci a mettere il "baffo" sulla maglia? Certamente sì. Ed ancora, è un'annata in cui si potranno perdere alcune partite teoricamente alla portata, in superiorità numerica, e magari vincerne altre con squadre più attrezzate? Sta succedendo. E infine è un'annata in cui si ragionerà sempre su potenziali difficoltà in vista di scadenze ed oneri vari? Purtroppo sì. Questo oggi è il Catania, bisogna stamparselo chiaro in mente, senza giri di parole e facendo i conti con la realtà dei fatti.
La stagione sarà altalenante, le interlocuzioni, purtroppo, nella maggior parte dei casi non andranno in porto, e non bisognerà illudersi davanti a dichiarazioni o a qualche risultato importante. Vivere alla giornata sarà la dimensione in cui orientare critiche ed elogi, perchè ognuno potrà cercare uno o più responsabili, ma la verità è che se si vuole mantenere in vita il Catania bisognerà soffrire e sperare. Non c'è altra soluzione. Ecco perchè la sconfitta di Pagani, arrivata in una gara non così insufficiente dal punto di vista del gioco, ma devastante sotto il profilo del tabellino (con rigore e superiorità numerica ad aggravare il tutto), piena di sprechi e con l'unica, o quasi, occasione sfruttata dagli avversari, rappresenta un episodio negativo ma coerente con le previsioni stagionali. Adesso il Catanzaro in Coppa Italia, poi il Bari e ancora il Catanzaro in campionato. Pensate saranno passeggiate? No. Potranno arrivare sconfitte? Possibile, ma bisognerà guardare oltre, verso l'extracampo, e lì cercare le risposte che veramente dovranno fare esultare con convinzione.