Catania: una scelta che impone un filotto
Che l'interesse nei confronti della Coppa Italia di Serie C sia pari a quello di un premio Nobel quando facendo zapping si imbatte ne 'La Talpa' è cosa nota, ma la gara del Catania è stata più che altro un misto fra una procedura conservativa ed un esperimento generazionale. Non fare infortunare nessuno dei titolari, e vedere un po' se la partitella del giovedì contro la Primavera può trasformarsi in una gara vera. Alla fine di infortuni neanche l’ombra, ma a mancare è stata anche la partita.
Poco male, come dicevamo si può anche decidere di abdicare al titolo, ma i giovani mandati in campo non sono stati proprio valorizzati. I ragazzi di Biagianti abituati al 4-3-3 nella maggior parte dei casi sono stati schierati fuori ruolo e dunque con una difficoltà aggiuntiva, essendo privati di riferimenti “adulti”. La decisione di non manifestare una valorizzazione del progetto fondato sulla linea verde nè di valorizzare gli stessi ragazzi è stata basata su un sacrificio votato al campionato, dunque adesso le aspettative sono altissime. Tanta è stata l’onta della sconfitta, altrettanta deve essere la veemenza e la determinazione che dovranno portare a dare vita ad un filotto pesantissimo.
Il Catania non può assolutamente sbagliare nè la gara con la Cavese, nè la trasferta con il Taranto, oltre che sfruttare le due gare consecutive al Massimino con Potenza e Sorrento. Poche chiacchiere e molti fatti, senza esaltare ciò che non c‘è, e cercando soprattutto di capire il perché dei troppi infortuni e delle ricadute. Un “sacrificio” impone senso di responsabilità e la società non può esimersi dall’assumerlo