Editoriale: “Teorema rossazzurro”
Ogni vittoria costruita equivale al nulla senza continuità
La sconfitta amara, amarissima nella terra di Pitagora offre lo spunto per un teorema che ormai sta caratterizzando la stagione degli etnei: le vittorie costruite dai rossazzurri equivalgono a nulla vista la discontinuità delle gare successive. Il Catania ammirato a Benevento è entrato nell’oblio dopo i 90 minuti di Crotone, così come era successo per la vittoria con la Casertana dopo il pari col Latina o con il successo con il Crotone in Coppa dopo il pari con la Virtus Francavilla e la sconfitta di Messina. In alcuni casi si è parlato di gare ravvicinate e di stanchezza psicofisica, stavolta no, neanche quella. Il Catania manca di concentrazione e focalizzazione del contesto.
Sì, ai rossazzurri sembra mancare proprio il capire esattamente dove ci si trovi e di cosa ci sia bisogno. Per tutto il campionato, sia con Tabbiani che con Lucarelli Chirico e compagni hanno letteralmente regalato reti agli avversari e, come a Crotone, spesso i gol sono arrivati per disattenzione del singolo, incomprensioni di reparto o frenesia nel cercare di costruire qualcosa, salvo poi mancare nelle coperture preventive. Ad una squadra composta da giocatori blasonati tutto ciò può capitare una volta, due, non più di tre. Al Catania è successo praticamente sempre, passando in svantaggio per ben 11 volte in 20 gare, e allora viene da chiedersi: Lucarelli diceva che non si può allenare l’istinto del gol, ma si può allenare questa propensione alla mancanza di concentrazione?
Purtroppo, la realtà probabilmente è che il Catania è composto da giocatori dotati di qualità tecnica che nella singola partita potrebbero annichilire qualunque avversario in categoria. Non prendeteci per blasfemi ma se in giornata, nella singola partita, Chiricó come qualità potrebbe giocarsela con Politano; Zanellato potrebbe non sfigurare davanti a Krunic ma per prima cosa il calcio non è uno sport individuale, e secondariamente i campionati sono fatti da 38 partite. La sintesi del Catania è probabilmente questa: mentalità sbagliata, errori grossolani, forzature (a volte leziose) in avanti, abbinate ad una buona tecnica di base hanno generato l’altalena rossazzurra. L’unica nota positiva è che il fatto che questi giocatori, se in giornata, nella singola gara possono essere devastanti può far ben sperare per il dentro o fuori della Coppa Italia ed eventualmente nei play off.
”Ci sarà da soffrire per due mesi, tre, o forse tutta la stagione”. Questa frase di Lucarelli rimbomba fortemente, soprattutto perché arrivata dopo Natale ed il famoso momento delle valutazioni. Ecco cosa pensa oggi il mister, diversamente dunque dal sentirsi competitivi e ambiziosi proferito dalla dirigenza qualche settimana fa. La sensazione è che la confusione ancora regni in un Catania che non riesce a spiegarsi il perché di determinati errori e come evitarli. In mezzo c’è un mercato che ha generato arrivi ma sicuramente anche malcontento da parte di chi sa di dover andarsene per forza ma per ora fa parte della rosa (il caso di Costantino preferito a Dubickas è solo uno dei possibili esempi), una circostanza che nello spogliatoio non può portare serenità se i partenti sono di numero superiore a due. Ecco, ben arrivato 2024, immaginavamo il tuo esordio molto diverso, ti pensavamo meno problematico ma purtroppo hai sorpreso un po’ tutti.