Catania e le incognite ancora irrisolte
Quanto ancora occorrerà aspettare prima di ricevere risposte chiare e precise sul futuro, ancora incerto, del Catania? A diciassette giorni dal deposito della domanda di iscrizione, avvenuto il 28 giugno, e dal relativo aiuto economico arrivato da qualcuno, ancora indefinito, e a una settimana dalla conferma della Covisoc che, di fatto, ha ufficializzato l'iscrizione alla prossima Serie C, tutto tace.
Sia chiaro: a volte meglio non dir nulla piuttosto che sciorinare scuse e giustificazioni, vuote promesse e slogan. Ci si chiede però se la spinta d'orgoglio mostrata ai microfoni nell'ultima conferenza stampa, quella del lancio dell'iniziativa "Uniti per Catania" (come del resto quella mostrata sui social ad iscrizione avvenuta) fosse emozione estemporanea e non fattiva, concreta, sostanziale. Se la ricerca degli investitori forti, dei gruppi consistenti, dei nuovi acquirenti sia precipitata anch'essa nel vortice dei problemi generando quel silenzio, assordante e fastidioso, di cui godiamo ogni giorno, ma di cui faremmo volentieri a meno. Smaltita la sbornia della vittoria dell'Italia agli Europei, non essendoci più, quindi, una forma anche lieve di distrazione, il ritorno alla realtà rischia di essere traumatico per tutti. Chi ha aiutato SIGI, e il Catania, il 28 giugno? Domanda ancora senza risposta, a quasi un mese di distanza. Cosa ne è stato della "opzione sull’acquisto di azioni della società S.I.G.I., proprietaria del Calcio Catania" ottenuta da quei tifosi che hanno fatto ciò che avrebbero dovuto fare altri, ovvero contribuire all'iscrizione? Come si intende portare avanti la società qualora non dovessero esserci nuovi investitori, con stadi che non si sa se riapriranno (e questa volta la scusa "non sapevamo ci fosse il Covid", come del resto un anno fa, non esiste né sussiste)? Con quale piano di investimento?
Ma non sono le uniche domande: c'è la questione Nike-Givova da spiegare, così come quella relativa al progetto sportivo, con Maurizio Pellegrino che si troverà ancora una volta ad affrontare un mercato difficilissimo e pieno di incognite. Occorrerà capire come si intende portare avanti le interlocuzioni con Agenzia delle Entrate e Comune di Mascalucia: priorità assoluta, quella della riduzione della mole debitoria. Però tutto tace: silenzio che non aiuta e che anzi crea indifferenza, che è peggio di qualsiasi sconfitta sul campo. Il sentimento atroce che ogni appassionato e ogni amante del calcio rigetta: diciassette giorni dal 28 giugno, sette dall'8 luglio. Il tempo scorre: urgono risposte.