Editoriale: "Il Natale rende tutti più...indemoniati"
Anno nuovo, vita “nuovamente” vecchia, per un Catania che riparte subito col piede sull'acceleratore evitando le classiche insidie della prima dopo la sosta e vincendo grazie ad una prestazione autoritaria che non si vedeva da diverse settimane. I rossazzurri sono immuni a qualsiasi influenza, che sia di natura febbrile (mannaia che ha colpito diversi componenti della rosa nel corso delle ultime settimane) che sia di natura ambientale con le osservazioni e le analisi che hanno generato un lavoro atto al miglioramento e non depressione; che sia di natura interna per qualche reazione scomposta. Gli anticorpi sono tanti e robusti, perchè robusta è la società, con in primis la risolutezza di Grella che ha dettato la linea sin dal primo giorno e la sta facendo rispettare incarnando il principio basilare per creare solidità e credibilità: la coerenza.
La sosta ha fatto bene dunque, ed il Natale piuttosto che imbonire, ha indemoniato gli uomini di Ferraro che hanno dato vita probabilmente al miglior primo tempo della stagione. Ritmi altissimi, fame, giocate di prima, aggressività allo stato puro e giocate pulite dense di tecnica cristallina. Oltre a ciò non sono mancati mai i sostegni e le sovrapposizioni sia esternamente che internamente per un Catania che era letteralmente ovunque sul rettangolo di gioco. Sarà stato contento il Presidente Pelligra che a differenza di altre volte ha assistito ad una prestazione da primissima della classe, pronta a devastare avversario e campionato. Il mantra un po' abusato forse in conferenza da parte di mister Ferraro è però la base su cui progettare il presente ed il futuro: “noi siamo il Catania” deve essere il monito chiaro per tutti, scevro da arroganza, aperto alla comunicazione ma al tempo stesso educatamente autoritario.
Un inizio d'anno bello e in parte sorprendente perchè il primo Catania del 2023 è sembrato molto vicino a quello dell'andata con il Ragusa o di Paternò, una squadra che si era un po' smarrita sotto il profilo delle prestazioni, mai dei risultati. Meno 16 alla fine di quest'agonia per ritrovare il professionismo ed un palcoscenico che però non è ancora quello che merita una tifoseria capace di fermare il tempo con una coreografia e una passione difficilmente descrivibili a parole.