Editoriale: "Va bene così, va benissimo così..."
Il Catania non fa 13 ma esce indenne dallo scontro diretto
Va bene così, va benissimo così, che non si inizi a dire che il pari di Lamezia va stretto ad un Catania che avrebbe dovuto annientare la seconda forza del campionato, e adesso cerchiamo di spiegarvi il perché. In primis i rossazzurri hanno messo in campo la giusta determinazione rispondendo colpo su colpo, non facendo mancare la giusta intensità e cattiveria agonistica. In questo senso era difficile che una delle due fosse predominante e alla fine le forze si sono equivalse. In secondo luogo, il pari non deve produrre delusione perché il vantaggio rimane immutato (+10) con una partita in meno da giocare; poi perché sei uscito imbattuto dalla trasferta contro la seconda forza del campionato che, anche in quarta serie, rimane una sfida complessa e piena di insidie.
Attenzione al terzo 'perché' che è forse il più importante. La delusione di alcuni deriva dall'aspettativa di vedere un Catania dominatore attraverso un gioco spumeggiante visti i nomi in rosa: beh dopo dodici giornate è abbastanza chiaro che il Catania non è una squadra che produce un gioco esaltante e che mantiene il pallino per 90 minuti. Non fa registrare una supremazia territoriale netta, sia che si giochi col Lamezia, che col Sant'Agata o con il Ragusa, però vince sempre, o quasi, e comunque non perde. Questo non sarà abbastanza per i palati più esigenti, e magari è comprensibile, ma è tantissimo nell'economia di una stagione nata senza eccessiva programmazione e in cui conta solo ed esclusivamente vincere. L'auspicio per il futuro, ovviamente, è di avere una mentalità in cui sarà importante vincere dominando e giocando in maniera effervescente perchè solo in questo modo si potrà davvero incarnare l'idea espressa a più riprese da Grella del "noi siamo il Catania" che non è rappresentata solo dall'utilizzo di attaccanti importanti per la categoria. Si può dominare una partita anche con una rosa inferiore all'avversario, anche in massima serie, ed il "piccolo Barcellona" di Montella lo ha dimostrato a più riprese.
Per adesso devono esserci solo sorrisi e pensare che la strada intrapresa è quella giusta, con le fermate “Nesima” e “Massimino” all'orizzonte, e con altre che in futuro potranno rendere il viaggio rossazzurro ancora più esaltante. Ah poi c'è l'ultimo “perché” ed è ovviamente legato al campo dato che era impossibile aspettarsi una bella partita su un manto così pesante e allentato dall'acqua. Adesso testa ad un'altra sfida tosta, quella con l'Acireale, per superare il mese di novembre e consolidare ancora di più il primato. Il presente va bene, ci sarà tempo, nel futuro, per alzare ulteriormente l'asticella, anche se ricordiamoci sempre che la perfezione non esiste, mentre i successi sono qualcosa di molto concreto.