Editoriale: e ora? E ora niente...
Dopo quattro vittorie consecutive, il Catania di Baldini ha rimediato una sconfitta netta, risultato alla mano, contro il Catanzaro, e ora? Ecco la risposta probabilmente più giusta è: "e ora niente". Niente depressione, niente drammi, niente richieste immediate di riscatto, niente enfatizzazione di limiti di cui già Catania ed il Catania erano a conoscenza. Al Ceravolo i rossazzurri hanno giocato una partita diversa rispetto alle precedenti, interpretando il match non con quell'atteggiamento garibaldino delle altre uscite, ma con l'equilibrio e la maturità che erano richieste da una gara a scacchi contro una squadra reduce da sei risultati utili consecutivi, nonostante i problemi legati al Covid. Settanta minuti di totale equilibrio, di poco spettacolo (perchè pochi erano gli spazi, diversamente da quelli concessi dalle ultime avversarie) e di intelligenza nel coprire il campo e saper soffrire, ma anche aggredire alti. Poi un qualcosa che non è ammissibile su un campo professionistico: un lancio da oltre 50 metri con la difesa schierata e l'avanzata indisturbata dell'attaccante avversario verso la rete.
La partita del Catania è finita nel momento in cui il piede di Martinelli ha colpito quel pallone leggibile, facile per una difesa esperta, e che invece, per l'ennesima volta, ha evidenziato l'estrema difficoltà del Catania di difendere l'aggressione della profondità da parte degli avversari. Errore di Calapai in primis, mancato recupero di Tenucci e uscita non del tutto perfetta di Martinez (difficile comunque fare di più). Ecco l'episodio che come sempre decide un match, e proprio la gara di ieri è sembrata una classica partita di playoff, fatta di intensità, intelligenza tattica e rispetto dell'avversario, ma decisa dalla giocata e dall'errore del singolo. Guardando in proiezione, il Catania ha disputato una discreta gara, non spettacolare, ma "giusta", e medesimo sarebbe stato il commento anche se si fosse trattato di un Catanzaro-Catania nei playoff; sempre in proiezione futura, però, non si devono commettere errori individuali che potrebbero compromettere qualcosa di interessante.
Diciamoci la verità, era impossibile pensare che il Catania di Baldini non avrebbe perso mai, e allora forse meglio perderne una prima dei playoff, o forse chissà questa sconfitta potrebbe avere delle ripercussioni negative. Tutto ciò lo scopriremo nelle prossime settimane, ricordando comunque che questa squadra non era stata costruita per centrare la promozione e che Baldini è arrivato in un momento in cui anche solo sperare in un qualcosa di stuzzicante in ottica spareggi sembrava un'utopia. Il Catania non ha perso in maniera umiliante, non è stato sopraffatto dal Catanzaro. Ha perso perchè ha dei limiti, ha perso perchè non si può sempre sorridere, ma gli aspetti importanti sono sempre l'impegno e l'identità, e quelli non sono mancati. All'orizzonte ci sono gli ultimi 180 minuti, due gare per conoscere quale sarà il posizionamento finale in classifica (in attesa dell'esito del ricorso per i due punti) e per capire quali saranno le condizioni di Piccolo e di un Volpe che intanto esiste non solo sui social, e questo è importante, e potrebbe rimettersi in condizione per la fase finale della stagione. Nel frattempo c'è l'Agenzia delle Entrate, il Comune di Mascalucia, Tacopina, il closing, ma quella è un'altra storia...