Top Player, Welbeck e Rizzo: i bodyguards di Lodi
Due cagnacci sono meglio di uno. Prendiamo spunto da un slogan pubblicitario degli anni 90 per premiare due centrocampisti, due corridori, due agonisti che hanno permesso al Catania di aggredire la Cavese senza mai lasciare scoperto il buon Lodi. Parliamo di Nana Welbeck e Giuseppe Rizzo che hanno garantito intensità e grande generosità in mezzo al campo, permettendo così a tutto il Catania di giocare in maniera decisamente più spensierata. Due gli effetti principali del loro dinamismo: in primis la possibilità per Lodi di giocare con maggiore libertà; in secondo luogo (e forse aspetto ancor più importante) la possibilità di spingere per Pinto e Calapai, grazie a quel lavoro di catene ricordato da Camplone in conferenza stampa.
54 palloni giocati da Welbeck, 44 da Rizzo; 9 i palloni recuperati dal ghanese, contro i 4 sradicati dall'ex Salernitana. Numeri importanti in fase di costruzione, ma soprattutto di interdizione, con un costante lavoro oscuro che però non ha limitato gli inserimenti senza palla soprattutto del giovane Nana che in 7 circostanze ha cercato fortuna nell'area avversaria. Insomma un rendimento di primissimo livello che ha garantito copertura e grande volume in mezzo al campo. Certamente qualcosa verrà concessa nel palleggio sotto il profilo della tecnica, ma compensata dalla possibilità di sfondamento sulle corsie da parte dei terzini e degli esterni alti.
Un'ulteriore menzione riguarda l'aspetto caratteriale. Welbeck è giovane, ma nonostante ciò sta dimostrando la giusta umiltà e voglia di inserirsi apprendendo all'interno di uno spogliatoio importante; Rizzo fino a qualche settimana fa era pronto a lasciare Catania, mentre adesso sembra essere pienamente recuperato e mentalizzato nel verso giusto. Merito di Camplone, ma soprattutto del giocatore stesso che ha saputo resettare con il passato e ripartire con voglia e grande professionalità.