Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Mazza serve ora...

Tutto da dimenticare e cancellare in quel di Potenza? Quasi, ma non proprio tutto perché in primis ricordare cosa è stato sbagliato potrà essere un monito importante per il futuro, in secondo luogo perché almeno tre aspetti sono da salvare. La tenacia e l'attaccamento di Lele Catania, il buon impatto di Mbende e la qualità offerta in mediana da Mazzarani, caratteristica che è mancata totalmente per tutto il primo tempo. Proprio il centrocampo, infatti, è stato il reparto che ha sofferto maggiormente l'aggressività degli uomini di Raffaele che hanno lasciato giocare il Catania concedendo spazio a Lodi e possibilità di discesa a Pinto, per poi rubare palla alle mezzali (o agli esterni) ed innescare subito la ripartenza. Un copione visto per tutto il primo tempo e che ha spinto Camplone a mandare in campo Llama, ma senza risultati. Risultati che invece si sono intravisto con Mazzarani. Sarà stata la minor aggressività dei padroni di casa, sarà stata la maggior capacità di gestire pallone e tempi di giocata, ma la manovra del Catania (nonostante praticamente l'inferiorità numerica per l'infortunio di Catania) è apparsa più pulita.  Ecco perché forse Mazzarani rappresenta davvero un tassello di vitale importanza in rosa visto che più di altri ha quelle caratteristiche da mezzala che consentono il possesso palla ragionato, costante e orientato all'attacco richiesto dal mister. Del resto se vuoi spingere in maniera coraggiosa coi terzini è inevitabile che il peso di ogni errore in mediana diventi esponenziale. Chissà, magari è stata semplicemente una giornata storta di molti e la paura di certe involuzione viste in passato destano inutile agitazione alla ricerca di alternative, ma il tipo di prestazione è le difficoltà evidenziata meritano almeno una riflessione. Nel frattempo la speranza è che l'ex Salernitana sia presto a disposizione perché la sua intelligenza tattica sarà un arma fondamentale nel corso del campionato.